Dott. Mirco Bindi: I guardiani della salute sono i batteri
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Mirco Bindi, medico oncologo, radioterapista e patologo generale presso il Policlinico Universitario di Siena, attualmente in pensione, ha dedicato gli ultimi trent’anni a ricerche sul rapporto tra cibo e malattie e dopo aver sperimentato, anche su se stesso, le teorie elaborate, è divenuto un forte sostenitore dell’importanza dei batteri buoni all’interno del nostro organismo.
La politica di sterilizzazione di massa portata avanti per troppo lungo tempo ha portato a credere che i germi vadano eliminati totalmente poiché la loro natura è nociva per l’organismo e l’ambiente.
Niente di più sbagliato, secondo il Dott. Bindi che rimarca come l’uso indiscriminato di antibiotici e disinfettanti abbia prodotto ceppi di batteri sempre più resistenti e inattaccabili, indebolendo enormemente il sistema immunitario.
In tempi “non sospetti” Bindi ha dichiarato che “in un prossimo futuro” ci saremmo affacciati ad “epidemie mortali” ben più difficili da combattere rispetto a quelle già conosciute.
Eppure sarebbe sufficiente permettere al nostro corpo di ospitare in una convivenza serena e pacifica batteri buoni e cattivi nello stesso tempo poiché la naturale predisposizione dell’organismo è quello di mantenere una predominanza dei buoni.
Senza addentrarci troppo nelle questioni puramente microbiologiche, dalle quali prendono fondamento queste dichiarazioni e alle quali rimandiamo al termine del nostro articolo, per una corretta informazione, ricordiamo, come afferma il Dott. Bindi che secondo il principio della dominanza, visto che naturalmente i Cattivi sono in numero inferiori ai Buoni, e che lo scopo di un batterio è quello di sopravvivere, la tendenza è quella di una colonizzazione positiva.
In assenza di agenti chimici la natura si comporta spontaneamente in modo da mantenere uno stato di salute ricorrendo alle risorse a disposizione.
Poiché sostanze nocive e prodotti di laboratorio artificiali sono comunque onnipresenti e difficili da sostituire in un’era dove ormai hanno conquistato tutti gli ambienti, lo scopo che ci dovremmo prefiggere è quello di conservare e “proteggere i batteri buoni per potenziare le difese contro l’assalto della chimica“.
Grande eco quindi risuona da diverso tempo verso i “probiotici” o batteri buoni, divenuti protagonisti di soluzioni apparentemente naturali verso disturbi e patologie comuni, ma non è la strada corretta da percorrere perché molto spesso non vengono trattati nel giusto modo, utilizzati come singoli ceppi in laboratori sterili.
I probiotici che realmente servono all’organismo e all’ambiente sono delle comunità prese nel loro insieme, miscele di diverse famiglie di lieviti, batteri foto sintetici e lactobacilli: i Microrganismi Effettivi.
L’articolo originale del Dott. Mirco Bindi MICROBIOTA
Ottimi li sto usando da un po